lunedì 15 febbraio 2016

Poesie stantie

Una selezione di vecchie poesie, circa 10 anni fa, scadute, con un pò di muffa sopra ;




… E VENNE IL TEMPO DEI POETI




“devo dire”
(che)
nessuno di noi
seppe capire
come fossimo arrivati
a desiderare di morire
prima e dopo
i pasti
nei giorni dispari
prefestivi

e considerare che
non essere mai nati
era forse l’unica
alternativa
credibile
all’ ostentato senso
del potere
di un usciere comunale
in mercedes

ma ben presto
venne il tempo
di giocare come
vermi a farsi rincorrere
da galline impazzite
cavalcando tartarughe nude
senza lasciare
ne seguire impronte
al massimo tappandoti
con un dito
la polaroid






e nonostante tutto
fumavamo lì
e sputavamo le ultime
stille di saliva e adrenalina
dentro i nostri discorsi
facoltativi
masticando cactus
e implorando
un appartamento
sopra la quinta nuvola
a destra
per pisciarci a vicenda
in testa.









rapsodia invernale del quarto livello semiconcentrico


c'è un sole nuovo
tra i tuoi capelli
scolpiti d'asfalto
e la nebbia di ieri
mattina
sembra sparita
come la brina
come la brina
che t'insaponavi
tra un ora
che ti dondolavi
e avevi seni duri
e ti stendevi
come ti stendevi
mentre precipitavi
dentro miei occhi
accesi
dentro i miei occhi
chiari
appena socchiusi

c'era un sole nuovo
che non ti aspettavi
mentre mi torturavi
e lo facevamo sulle scale
di vecchie case
di vecchie finestre
disabitate
lasciate socchiuse
e scricchiolavi
come scricchiolavi
mentre il vento
che avevo tenuto dentro
ti buttava sul muro
che sembrava di cartapesta
ed eravamo in piedi
ed eravamo circondati
ed eravamo da qualunque parte
e soprattutto
non l'ho detto
eravamo

ci sarà un sole nuovo
che non mi aspettavo
mentre ti frastornavo
e ti chiamavo amore
anche se non era più
il tuo nome
e ti piegavo
la schiena
mentre ti spiegavo
mentre ero un fiume in piena
e tu eri un lago
ed avevamo in casa
una bottiglia
per le grandi occasioni
e mi slacciavi
uno ad uno
i bottoni dei pantaloni
e poi mi salivi
e poi mi sussurravi
"non smettere"

c'è un sole nuovo
quasi ovunque
e scarpe usate
da smettere
e nuove cinture
e nuove porte
spingere
si prega di chiudere
e serrature
fenditure
fari antinebbia
e ti ero al collo
e ti ero dentro
nei pensieri
a volte
semplicemente
fui fuori
tu c'eri
e io
non mi vedi ?







VI PRESENTO LE LUMACHE DEL MIO ORTO


parlano di poesia
le lumache che vanno
a spasso nel mio orto

parlano di poesia
come se vivere
insomma intendo dire
esserci
non fosse già
tutto questo

ma stanno parlando
di poesia
voglio dire
nel senso più nobile

io penso che scrivere
è un pò come volare
l'importante
è starsene
su in alto

parlano di poesia
come se camminare
di notte a stoccolma
non fosse
già un miracolo

e tutto questo le
foglie morte
già lo sanno

sento soffiare
il vento
in questa notte
che va
cominciando

adesso
è tardi
per una poesia
completamente
storta
che ne dite
facciamo
un' altra volta ?



PENSAVO FOSSE D'AMORE



lei scriveva poesie
come no
d'amore

io pensavo fossero mie
fossero un modo
per farmi capire

lei scriveva poesie
e leggendo le mie
diceva "ci sai fare"

io in realtà
ero preso già
bè sai ... mi facevo delle storie

scrissi una lunga lettera
poco prima di partire
lei disse "sai ... scrivi bene"

pensavo fosse amore

ma poi aggiunse
"credo proprio che
noi due
dovremmo scopare"

si ... ma lei
scriveva poesie
come no !
d'amore

e io quella volta
pensai
che le poesie
sono solo parole.




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