Cambiamento voleva il popolo e cambiamento non c’è stato.
Ieri Alfano si affannava a dichiarare “Napolitano è sempre
stata la nostra prima scelta”.
Bene, facciamoci una domanda semplice, che si fanno anche i
bambini ; “perché ?”
Perché il Presidente Giorgio Napolitano ha firmato senza
battere ciglio diverse leggine che il buon “innominato” si è fatto a suo uso e
consumo.
Se cercate su wikipedia “legge ad personam”, trovate questo
piccolo elenchino* riportato a pié pagina.
Ora siccome è chiaro che il paese è diviso in due, proinnominato
e controinnominato, e siccome la scelta di puntare al vecchio capo dello stato,
non è un segnale di cambiamento e non è una scelta contro l’innominato, si
abbia il coraggio di rimetterlo alla guida del paese, per il godimento di tutti
quelli che continuano a votarlo (il 25% degli italiani).
Fare un governo qualunque con il suo appoggio gli darebbe
solo vantaggi : potrebbe influenzare l’esecutivo come ha fatto con Monti e poi
tornando al voto sarebbe libero di dare la colpa dei misfatti del governo
ancora una volta a terzi, tornando all’opinione pubblica distratta pulito come
un bimbo di sei mesi.
Invece alla prova dei fatti durante l’ultimo suo governo era
sceso al 7% di consensi, poi gli italiani si sono dimenticati.
Bè visto che con la rielezione di Napolitano non si è tenuto
conto dell’opinione pubblica, allora continuiamo su questa strada e diamo il
governo direttamente all’innominato, così i vantaggi saranno solo i nostri :
in caso di buon governo ci complimenteremo tutti con lui, in
caso di ennesimo rovinoso indecente governo, saranno contenti i milioni di
italiani che lo hanno votato, la stampa e i governi stranieri e soprattutto i
mercati.
Ci rimetterebbero è vero, il resto degli italiani, ma tant’è,
sono quarant’anni che quest’uomo con la televisione e i suoi mezzi influenza il
paese, è ora finalmente di fare una scelta definitiva, un referendum su di lui,
dopo lo sfascio del PD e la messa all’angolo di M5S e SEL non c’è nessuno che
possa contrastarlo.
*Nella storia politica italiana il
fenomeno delle leggi ad personam ha spesso infiammato
l'opinione pubblica[2].
Già nel corso della XIII Legislatura vi
furono forti polemiche in occasione della conversione del decreto-legge 24 maggio
1999, n. 145, istitutivo del giudice unico di primo grado. La nuova disciplina
prevedeva l'incompatibilità tra gip e gup per tutti i processi a partire dal 2
gennaio 2000. In Commissione Giustizia veniva però approvato un emendamento che
comportava l'immediata entrata in vigore dell'incompatibilità. Ciò suscitò
allarmi da parte della magistratura, che vedeva a rischio vari procedimenti. In
particolare era a rischio l'avvio del processo Imi-Sir, con imputati Silvio
Berlusconi e Cesare Previti.
Secondo quanto riportato da La Repubblica[3] e L'Espresso,
diversi parlamentari della maggioranza imputavano queste modifiche alle
pressioni ricevute dall'opposizione, che sarebbero state dovute a dei
compromessi fra Massimo D'Alema e Silvio
Berlusconi, il quale avrebbe minacciato il blocco di alcuni lavori
parlamentari. Secondo il ministro invece il mancato rinvio sarebbe dovuto per
il possibile incorrere d'incostituzionalità. A seguito delle polemiche sorte la
legge di conversione (Legge 22 luglio 1999, n. 234) mantenne il rinvio di
alcuni mesi della entrata in vigore dell'incompatibilità.
Nel corso della XIV Legislatura e
della XVI Legislatura, sotto i
governi Berlusconi II, Berlusconi III e Berlusconi IV sono state approvate
numerosi atti legislativi che hanno sollevato aspre critiche in quanto ritenute
leggi ad personam.[2] Dette
contestazioni hanno affermato che la maggioranza di centrodestra abbia ricorso
a tale espediente per alleggerire la posizione processuale di Berlusconistesso.
È stato rilevato come le seguenti leggi abbiano ridotto le pendenze giudiziarie
o abbiano in qualche modo favorito gli interessi del Presidente del Consiglio:
·
Legge sulle rogatorie internazionali(L. 367/2001): limitazione
dell'utilizzabilità delle prove acquisite attraverso una rogatoria (trova
applicazione anche al processo "Sme-Ariosto 1" per corruzione in atti
giudiziari)
·
Depenalizzazione del falso in bilancio(L. 61/2002): modifica della
disciplina del falso in bilancio (nei processi "All Iberian 2" e
"Sme-Ariosto2" Berlusconi viene assolto perché "il fatto non è
più previsto dalla legge come reato")
·
"Legge Cirami" (L. 248/2002): introduzione
fra le cause di ricusazione e trasferimento del processo del "legittimo
sospetto sull'imparzialità del giudice" (la norma utilizzata per spostare
il processo da Milano a Brescia non ottenne i risultati sperati)
·
"Lodo Schifani" (L. 140/2003): introduzione
del divieto di sottoposizione a processo delle cinque più alte cariche dello
Stato tra le quali il Presidente del
Consiglio in carica, dichiarata incostituzionale dopo pochi
mesi, con sentenza della Corte costituzionale n.
13 del 2004.
·
Decreto-salva Rete 4 (D.L. 352/2003):
Introdotta 'ad hoc' per consentire unicamente a Rete 4 di Mediaset di
continuare a trasmettere in analogico, sfavorendo Italia 7.
·
"Legge Gasparri" (L. 112/2004):
introduzione del SIC ("Sistema Integrato delle Comunicazioni") che ha
per effetto di estendere il numero di canali televisivi che un singolo soggetto
può avere in concessione (la norma consente di evitare la riduzione del numero
di concessioni del gruppo Mediaset, evitò lo scioglimento del monopolio
televisivo Mediaset)
·
Condono edilizio nelle aree protette (L. 308/2004): estensione del condono
edilizio alle zone protette (comprensiva la villa "La Certosa" di
proprietà di Berlusconi)
·
"Legge ex Cirielli" (L. 251/2005):
riduzione dei termini prescrizione (denominata anche legge salva-Previti, ha
introdotto una riduzione dei termini di prescrizione per gli incensurati e
trasformato in arresti domiciliari la detenzione per gli ultrasettantenni,
consentendo l'estinzione per prescrizione dei reati di corruzione in atti
giudiziari e falso in bilancio nei processi "Diritti TV Mediaset"
e”Mills” a carico di Berlusconi)
·
"Legge Pecorella" (L. 46/2006):
introduzione dell'inappellabilità da parte del PM delle sentenze di
proscioglimento, dichiarata incostituzionale dopo pochi mesi, con sentenza
della Corte costituzionale n. 26 del 2007
·
"Lodo Alfano"
(L. 124/2008): introduzione di un nuovo divieto di sottoposizione a processo
delle quattro più alte cariche dello Stato tra le quali il Presidente del
Consiglio in carica, dichiarata incostituzionale dopo un anno,
con sentenza della Corte costituzionale n. 262 del 2009
Secondo una inchiesta di La Repubblica,
le leggi approvate dal 2001 al 2012 dai governi di centrodestra che hanno
prodotto benefici effetti per Berlusconi e
le sue società sarebbero state diciassette[4].
Oltre ai dieci provvedimenti sopra menzionati, il quotidiano romano considera
quali leggi ad personam ulteriori sette atti legislativi[5]:
·
Legge "Tremonti bis" (L. 383/2001): abolizione dell'imposta su
successioni e donazioni per grandi patrimoni, che in precedenza era applicata
fino a 350 milioni (utilizzata per la successione esentasse dei grandi
patrimoni familiari, incluso quello della famiglia Berlusconi)
·
Decreto salva-calcio (D.L. 282/2002): concessione alle società sportive
della possibilità di diluire le svalutazioni dei giocatori sui bilanci in un
arco di dieci anni, con importanti benefici economici in termini fiscali (la
norma trova applicazione anche al Milan A.C.)
·
Condono "tombale" (L. 289/2002): con la Finanziaria 2003 viene
introdotto un condono "tombale" sulle imposte evase (beneficiano del
condono "tombale" anche le imprese del gruppo Mediaset)
·
Incentivo per l'acquisto del decoder (L. 350/2003): con la Finanziaria 2004
viene introdotto un incentivo statale all'acquisto di decoder per DTT (la maggior beneficiaria della
norma è la società Solari.com, principale distributore in Italia dei decoder
digitali Amstrad del
tipo "Mhp", che è controllata al 51 per cento da Paolo e
Alessia Berlusconi)
·
Riordino previdenza complementare (D.Lgs. 252/2005): riforma complessiva
della previdenza complementare. Vengono introdotte una serie di norme che
favoriscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale (beneficiano di
queste disposizioni anche della società assicurative di proprietà della
famiglia Berlusconi)
·
Decreto anticrisi (D.L. 185/2008) aumento dal 10 al 20 per cento dell'IVA
sui servizi di televisione a pagamento (la norma danneggia la "Sky
Italia", principale competitor privato del gruppo Mediaset)
·
Decreto incentivi (D.L. 5/2009): aumento dal 10 al 20 per cento della quota
di azioni proprie che ogni società può acquistare e detenere in portafoglio (la
disposizione è stata immediatamente utilizzata dalla Fininvest per aumentare il
controllo su Mediaset).
Antonio di
Pietro ha inoltre definito "legge ad coalitionem"[6][7] la legge elettorale del 2006[8] che,
data la morfologia delle formazioni politiche all'atto delle elezioni
governative, si riteneva dovesse permettere ai partiti della coalizione di
centrodestra di ottenere un numero di seggi fortemente superiore rispetto a
quanto sarebbe avvenuto con la precedente normativa, effetto tuttavia
rovesciato nelle successive elezioni politiche del 2008 a
causa di una nuova intervenuta conformazione partitica.
Ulteriore legge ad coalitionem può
essere considerato[senza fonte] il decreto legge 5
marzo 2010, n. 29, recante: "interpretazione autentica di disposizioni del
procedimento elettorale e relativa disciplina di attuazione". Nelle presentazione
delle liste elettorali per le elezioni regionali 2010 i rappresentanti del PDL
avevano depositato la documentazione necessaria oltre il termine previsto, il
che aveva causato l'esclusione delle liste del PDL dalla competizione
elettorale queste regioni. Con questo provvedimento si è cercato di sanare il
ritardo, prevedendo che "il rispetto dei termini orari di presentazione
delle liste si considera assolto quando, entro gli stessi, i delegati
incaricati della presentazione delle liste, muniti della prescritta
documentazione, abbiano fatto ingresso nei locali del Tribunale".
·
il ricorso del governo contro la legge della regione Sardegna al
divieto di costruire a meno di due chilometri dalle coste[9] (che
bloccava, tra l'altro, l'edificazione di "Costa Turchese",
insediamento di 250.000 metri cubi della Edilizia Alta Italia di Marina
Berlusconi)
·
la modifica del Piano di assetto
idrogeologico (PAI) dell'Autorità di bacino del fiume Po che permette la
permanenza de "la Cascinazza" (estensione di oltre 500.000 metri
quadrati) di proprietà della IEI di Paolo Berlusconi[10]
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